lunedì 2 maggio 2016


Un gioco di Pressione

Applicare una costante pressione durante tutto il combattimento è uno dei fondamentali per ogni praticante di Brazilian Jiu jitsu. All’inizio questa cosa viene percepita dal novizio come il dover mettere forza a tutti i costi, sempre e comunque, ……..mai cosa fu più sbagliata!
Dopo 30 secondi sei già li, in carenza di ossigeno e di quelle forze che tanto credevi avrebbero potuto aiutarti a prevalere sul tuo avversario.
Al contrario, quello che bisogna imparare è "rilassarsi", si esattamente questo, rilassarsi, il che non vuol dire prendere il combattimento alla leggera, ma piuttosto concentrarsi in maniera concreta su ogni movimento.
Bisogna creare dei “blocchi” che ti consentano di poter passare allo step successivo, senza saltarne nessuno, pregiudicandone altrimenti il risultato finale e questo è possibile solo quando tutti i movimenti vengono eseguiti nel modo corretto.
Quando si studia una tecnica, che sia essa semplicemente di riscaldamento, una tecnica in piedi, a terra e così via, il punto importante è sempre quello di dividere quel determinato movimento per step.
Se stai arrampicando in parete non ti permetterai mai di puntare all’appiglio successivo se non hai prima stabilizzato la tua precedente posizione, pena la caduta al suolo.
Ma torniamo al discorso sulla pressione.
Molti sono gli esercizi da fare e dovrà essere il vostro Maestro a farvi capire bene come praticare la giusta pressione e stabilizzare la posizione.
Il vostro avversario non deve mai sentirsi libero di compiere qualunque movimento abbia intenzione di eseguire e questo sarà possibile solo se voi lo controllerete nella maniera corretta.
Intendiamoci, quando sentiamo la parola pressione, subito ci viene in mente l’immagine di una atleta che blocca il suo avversario stando su di esso, che sia questa monta, side, mezza guardia ecc. , ma non è necessariamente così, si può portare pressione anche stando al di sotto del nostro avversario, ovviamente si lavorerà in maniera differente, ovviamente le pressioni applicate saranno necessariamente minori e concentrate in punti del suo corpo con una superficie minore, ma se queste verranno eseguite nella giusta maniera ci consentiranno di tenere costantemente l’altro atleta in continuo scacco, dandoci così modo a nostra volta di migliorare la nostra posizione, se non addirittura ribaltarla del tutto.

“……   Supponiamo che una certa forza    F  venga applicata ad una superficie S, e chiamiamo S la misura dell’area di questa superficie. Allora la pressione p esercitata dalla forza F  sulla superficie S è il rapporto tra la forza in direzione normale alla superficie e l’area cui è applicata; in formule,
p =F S
In quanto rapporto tra un vettore (la forza) e uno scalare (l’area), la pressione è una grandezza vettoriale.

……..

A parità di forza, la pressione è inversamente proporzionale all’area cui è applicata: per esempio, se l’area a disposizione viene dimezzata, la pressione raddoppia. Al contrario, a parità di superficie disponibile, la pressione è direttamente proporzionale alla forza. ……”


Tutto chiaro adesso no?


Nel caso di un controllo da sopra la forza    F⃗   per quanto ci riguarda non sarà altro che quella del nostro corpo rilassato sul nostro avversario che interpreterà la superficie S. 


 
 
In questo caso la pressione esercitata sarà quella data dalla risultante dell’effetto della gravità (che in questo caso giocherà a nostro favore) che ci spingerà sulla superficie a disposizione, lasciando che il nostro peso semplicemente blocchi al suolo il corpo che si trova tra noi ed il tatami.

Per quanto riguarda invece un esempio che si possa fare stando al di sotto, si può sempre prendere in considerazionela la posizione di side. In questo caso chi si trova spalle al tatami, andrà ad applicare due forze contrapposte, una di cross face, schiacciando la testa dell’avversario contro il proprio petto e l'altra tenendo bloccato il suo braccio interno, tenendolo in questo modo, costretto a noi.

 
 In questo caso la forza    F⃗  verrà applicata solo su due piccole aree del suo corpo, restringendo la superfice S, aiutandoci però ad aumentarne la sensazione di “blocco”. In questo caso noi ci troveremo dove nel precedente esempio c’era il Tatami. 

 
Questo blocco che andremo a creare farà in modo che l’altro cercherà di liberarsene allentando così a sua volta il suo gioco di pressione che cercava di applicare su di noi, consentendoci così di trovare il giusto spazio per poter ad esempio passare dal trovarci sotto una side, a controllarlo in una mezza guardia o guardia chiusa e così via.


Questi sono solo due dei tanti lavori di pressione che si possono sperimentare e portare in combattimento. 

Anche questo è Jiu Jitsu

Adesso trovate quello che più si adatta al voi.



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