Un gioco di Pressione
Applicare una costante pressione durante tutto il
combattimento è uno dei fondamentali per ogni praticante di Brazilian Jiu
jitsu. All’inizio questa cosa viene percepita dal novizio come il dover mettere
forza a tutti i costi, sempre e comunque, ……..mai cosa fu più sbagliata!
Dopo 30 secondi sei
già li, in carenza di ossigeno e di quelle forze che tanto credevi avrebbero potuto aiutarti a prevalere sul tuo avversario.
Al contrario, quello che bisogna imparare è
"rilassarsi", si esattamente questo, rilassarsi, il che non vuol dire prendere il
combattimento alla leggera, ma piuttosto concentrarsi in maniera concreta su
ogni movimento.
Bisogna creare dei “blocchi” che ti consentano di poter
passare allo step successivo, senza saltarne nessuno, pregiudicandone altrimenti il
risultato finale e questo è possibile solo quando tutti i movimenti vengono
eseguiti nel modo corretto.
Quando si studia una tecnica, che sia essa
semplicemente di riscaldamento, una tecnica in piedi, a terra e così via, il
punto importante è sempre quello di dividere quel determinato movimento per
step.
Se stai arrampicando in parete non ti permetterai mai
di puntare all’appiglio successivo se non hai prima stabilizzato la tua
precedente posizione, pena la caduta al suolo.
Ma torniamo al discorso sulla pressione.
Molti sono gli esercizi da fare e dovrà essere il vostro Maestro a farvi capire bene come praticare la giusta pressione e stabilizzare la posizione.
Il vostro avversario non deve mai sentirsi libero di
compiere qualunque movimento abbia intenzione di eseguire e questo sarà
possibile solo se voi lo controllerete nella maniera corretta.
Intendiamoci, quando sentiamo la parola pressione, subito
ci viene in mente l’immagine di una atleta che blocca il suo avversario stando
su di esso, che sia questa monta, side, mezza guardia ecc. , ma non è
necessariamente così, si può portare pressione anche stando al di sotto del
nostro avversario, ovviamente si lavorerà in maniera differente, ovviamente le
pressioni applicate saranno necessariamente minori e concentrate in punti del
suo corpo con una superficie minore, ma se queste verranno eseguite nella
giusta maniera ci consentiranno di tenere costantemente l’altro
atleta in continuo scacco, dandoci così modo a nostra
volta di migliorare la nostra posizione, se non addirittura ribaltarla del
tutto.
“…… Supponiamo che una certa forza F⃗ venga applicata ad una
superficie S, e chiamiamo S la misura dell’area di questa
superficie. Allora la pressione p
esercitata dalla forza F⃗
sulla superficie S è il rapporto
tra la forza in direzione normale alla superficie e l’area cui è applicata;
in formule,
p⃗ =F⃗ ⊥S
In
quanto rapporto tra un vettore (la forza) e uno scalare (l’area), la pressione
è una grandezza vettoriale.
……..
A
parità di forza, la pressione è
inversamente proporzionale all’area cui è applicata: per
esempio, se l’area a disposizione viene dimezzata, la pressione raddoppia. Al
contrario, a parità di superficie disponibile, la pressione è direttamente proporzionale alla forza.
……”
Tutto
chiaro adesso no?
Nel caso di
un controllo da sopra la forza F⃗ per quanto ci riguarda non sarà altro che
quella del nostro corpo rilassato sul nostro avversario che interpreterà la
superficie S.
In questo caso la pressione esercitata sarà quella data dalla
risultante dell’effetto della gravità (che in questo caso giocherà a nostro
favore) che ci spingerà sulla superficie a disposizione, lasciando che il nostro
peso semplicemente blocchi al suolo il corpo che si trova tra noi ed il tatami.
Per quanto
riguarda invece un esempio che si possa fare stando al di sotto, si può sempre
prendere in considerazionela la posizione di side. In questo caso chi si trova spalle al tatami, andrà ad applicare due forze contrapposte, una di cross face,
schiacciando la testa dell’avversario contro il proprio petto e l'altra tenendo bloccato il suo braccio interno, tenendolo in questo modo, costretto a noi.
In
questo caso la forza F⃗ verrà applicata solo su
due piccole aree del suo corpo, restringendo la superfice S, aiutandoci
però ad aumentarne la sensazione di “blocco”. In questo caso noi ci troveremo
dove nel precedente esempio c’era il Tatami.
Questo blocco che andremo a creare
farà in modo che l’altro cercherà di liberarsene allentando così a sua volta il
suo gioco di pressione che cercava di applicare su di noi, consentendoci così di
trovare il giusto spazio per poter ad esempio passare dal trovarci sotto una
side, a controllarlo in una mezza guardia o guardia chiusa e così via.
Questi sono
solo due dei tanti lavori di pressione che si possono sperimentare e portare in
combattimento.
Anche
questo è Jiu Jitsu
Adesso
trovate quello che più si adatta al voi.