La dimensione dello Spirito
nelle Arti Marziali.
di Marco Galzenati
Fondamentalmente le arti marziali di matrice cinese sono legate o al buddismo come gli stili del Kung–Fu Shaolin, o al taoismo come il Tai-chi, mentre quelle di matrice giapponese sono essenzialmente legate alla tradizione Zen (commistura giapponese di taoismo e buddismo). Radice di tutta la tradizione marziale Giapponese è il Bushido, letteralmente la via del guerriero, è molto interessante scoprire come nel Bushido esista una doppia lettura, una più superficiale di tipo mondano, come la fedeltà e l’obbedienza del Samurai (Cavaliere) al proprio signore feudale, e una più sottile, meno evidente di ordine esoterico.
di Marco Galzenati
Chiunque
si occupi seriamente di Arti Marziali si rende conto che Il maggior
fascino di queste rispetto ad altre attività di tipo motorio,
risiede principalmente nel profondo legame che sussiste tra le Arti
Marziali e al dimensione della religiosità iniziatica.
Fondamentalmente le arti marziali di matrice cinese sono legate o al buddismo come gli stili del Kung–Fu Shaolin, o al taoismo come il Tai-chi, mentre quelle di matrice giapponese sono essenzialmente legate alla tradizione Zen (commistura giapponese di taoismo e buddismo). Radice di tutta la tradizione marziale Giapponese è il Bushido, letteralmente la via del guerriero, è molto interessante scoprire come nel Bushido esista una doppia lettura, una più superficiale di tipo mondano, come la fedeltà e l’obbedienza del Samurai (Cavaliere) al proprio signore feudale, e una più sottile, meno evidente di ordine esoterico.
Siccome
il palese è evidente in quanto tale, ci occuperemo della dimensione
esoterica, troppo spesso non trattata adeguatamente, in quanto assai
poco conosciuta, e spesso erroneamente associata, a morali religiose
di tipo biblico-monoteista (cattolica ebraica e mussulmana).
Leggendo
il codice del Bushido bisogna però essere molto accorti, ogni
cosa detta ha più di un senso, bisogna ricordare che questo
codice sicuramente nato da una mente (o delle menti) illuminata, doveva
esistere e fare i conti con una delle culture più rigide e
repressive dell’epoca quella dei Daimyo, i signori della guerra
eternamente in lotta tra loro per il potere. Questo tipo di lettura
è stata anche quella di Yukio Mishima da sempre assillato dall’idea
della morte che fece dell’Hagakurè di Jocho Yamamoto,
il proprio libro di elezione.
Proveremo
dunque a seguire un altro percorso, guardando al Bushido come ad una
chiave di interpretazione della vita, un esortazione a conseguire
uno stato di autoliberazione e celebrazione dell’esistenza, un
cammino per forza di cose solitario, verso la pienezza dell’essere.
Andremo
di seguito ad analizzare alcuni dei punti più significativi
di questo codice.
1)
NON HO GENITORI CIELO E TERRA SONO I MIEI GENITORI.
Questo
è il primo dei diciassette punti del Bushido. E’ la dichiarazione
iniziale,nel più puro spirito Zen, di un sentire dal profondo
di appartenere ad una dimensione non duale.
Il
Samurai che da questo momento forzando volutamente la mano (per la
mente dei meno avvezzi) chiamerò l’Iniziato o anche il
Sanniasin, il Ricercatore del Vero, l’Uomo dello Zen, non è
radicato nella dimensione “umano-sociale”, egli rinnega
la famiglia, base della società umana, per affermare il proprio
legame prioritario con il tutto, con l’universo, egli non è
parte, non è frammento, non appartiene alla dimensione “degli
uomini”, egli è figlio del cielo e della terra, e figlio
del tutto, dell’universo, i confini e le limitazioni, etiche,
culturali e di parte non possono contenerlo.
Egli
è figlio dei principi Taoisti del maschile e del femminile,
il cielo e la terra, il figlio degli elementi contrapposti della tradizione
alchimista occidentale, cielo-terra, acqua-fuoco.
Egli
non ha legami che lo rendano parziale verso qualcuno o qualcosa, il
suo legame prioritario il suo vincolo di nascita lo tiene fedele al
tutto, e dunque a se stesso nella maniera più profonda, egli
non è disposto a dimenticare di essere vincolato al Universo
e dunque all’intera dimensione umana per interessi di parte,
di famiglia, di gruppo, di amicizia, di patria o di qualunque altra
forma di follia organizzata.
L’universo
e la propria casa, l’umanità la propria famiglia, uno
Spirito profondamente Nobile non gli permette di dimenticare la “Legge
Universale” per meschini interessi di parte.
Il
primo legame e con l’universo tutto il resto può aspettare.
Questo
primo punto del Bushido introduce ad una prospettiva assolutamente
differente da quella dei dieci comandamenti biblici, in cui l’onore
dovuto al Padre e la Madre, ci spinge ad ereditarne i destini, già
innumerevoli volte vissuti, in un ciclo continuo, scandito dalle nascite
e dalle morti, dalle generazioni passate.
E’
una prospettiva nuova, un dire: “la tradizione intesa come cultura
umana delle generazioni passate esiste, ma è mio compito pensarla
comprenderla e superarla”.
l’Iniziato,
(E qui Nietzche ci aveva visto giusto), è un ponte, un transitare,
un crescere ed un divenire che lascia alle spalle il vecchio, per
permettere al nuovo di nascere, al Ricercatore di scoprire in se stesso
il Budda, all’umano di riscoprirsi divino, al Piombo di trasformarsi
in Oro.
Ed
è come creatore di se stesso che l’uomo dello Zen prende
tutta la responsabilità che il vivere come essere cosciente
e consapevole comporta. Egli non delega nulla al passato, riscopre
in ogni momento della propria esistenza la pienezza ed il vuoto che
vivere in un Mondo Meraviglioso e Terribile esige.
In breve il primo sentire
del samurai e di essere figlio del cielo e della terra.